.LEONARDARTE.Miscellanea
Dalla relazione al progetto...
...Dopo secoli di oblio, il ritorno dell’ambone all’interno dello spazio liturgico corrisponde alla “riscoperta“,
avvenuta con il Concilio vaticano II, del ruolo occupato dalla parola di Dio nella vita della Chiesa.
L’ambone, luogo della lettura delle Scritture, appartiene in modo privilegiato alla rivelazione giudeo-cristiana:
a differenza dell’altare, esso non ha alcun debito da riconoscere alle altre religioni. Il Cristianesimo e la sua liturgia custodiscono in sé,
fin dalla loro origine questo radicale rapporto con la parola di Dio: non vi è mai stata tavola del pane e del vino senza la tavola della parola.
...Nello spazio-chiesa, al luogo dell’annuncio viene dunque riconosciuto un altissimo significato, e pertanto nel progetto è stato collocato,
nella posizione di maggior “visibilità” e “udibilità”, non un semplice leggio, ma un elemento solido e stabile.
Accanto ad esso è situato il candelabro per il cero pasquale.
Nella scelta delle forme e dei materiali (travertino) sono rispettate la dignità e la semplicità dello stile sobrio, “francescano”,
che attualmente connota la chiesa, facendo riferimento agli elementi già esistenti, a partire, in particolare, dall’altare.
...L’ambone è posto sul presbiterio, ma, nello scendere di un gradino con la sua parte anteriore, è come se si protendesse verso l’assemblea.
E la sua forma, che ripete quella dell’altare, tende a chiudersi verso l’alto, quasi a sottolineare la dimensione escatologica della parola...
.